Erica F. Poli ci parla del Coronavirus dal punto di vista delle neuroscienze, della psichiatria e dell’occasione per imparare ad accogliere le nostre fragilità… con amore. Il percorso “Liberi tutti” si trova nel blog della dott.ssa Poli “SOS per l’anima” a partire dal post num. 33 che trovate a questo link (per visionare tutti i video del percorso, cliccare poi su “Successivo articolo”)
Il video “Il diavolo necessario” si trova invece a questo link.
Tra gli argomenti del video:
Parlare in continuazione di quello che sta accadendo significa anche alimentare la matrice di ansia e il problema in sé.
È importante rimanere centrati e pensare con la propria testa, soprattutto in questa epidemia di notizie concernenti il Coronavirus, spesso contraddittorie anche a livello ufficiale.
Evitare di essere invasi da tutto ciò che ci dicono, mantenendo un margine di riflessione personale, non significa agire in modo superficiale ma restare presenti e saper valutare.
Si può stare sereni anche all’interno di un campo di tensione. Il benessere interiore e le emozioni, inoltre, aiutano il sistema immunitario.
Il nostro sistema nervoso ha due branche principali: sistema simpatico e parasimpatico, attraverso i quali ci rapportiamo e rispondiamo agli stimoli dell’ambiente.
Quando la nostra percezione è di serenità e sicurezza, usiamo la branca ventrale del sistema parasimpatico, che si collega al cervello del cuore e alla corteccia prefrontale. Il che significa che la persona è capace di essere resiliente e far fronte in modo flessibile alle sfide del momento senza scompaginare il proprio equilibrio.
Quando la paura diventa terrore o panico, spinge a comportamenti che possono diventare dannosi. Quello che possiamo fare in questo momento, dove siamo raggiunti da notizie di ogni tipo e l’allarmismo serpeggia tra il moltiplicarsi delle opinioni, è di preservare una sicurezza interiore, un campo di centratura e tranquillità, diversamente i sistemi arcaici che governano il cervello antico prendono il sopravvento sul nostro comportamento e sulla nostra fisiologia.
Più ci lasciamo raggiungere e invadere dai continui stimoli di allarmismo e paura, più funzioniamo in base al cervello antico, che ci spinge alla paranoia e all’aggressività.
Oltre agli integratori e alla fitoterapia, possiamo aiutare il nostro sistema immunitario preservando un campo sicuro dentro di noi, dove ci siano le relazioni che per noi contano, la bellezza, la nostra vitalità. Proseguiamo la nostra vita seguendo le passioni e non solo i bisogni!
Con cicli continui, nel mondo e nelle sociteà l’ombra torna sempre. Suoi sinonimi sono proprio parole come contagio, epidemia. L’ombra è il lato oscruto dela forza, è quella vulnerabilità che in ogni caso fanno parti della vita.
Grazie al Coronavirus ci accorgiamo della nostra vulnerabilità. Dobbiamo temere la vulnerabilità o possiamo rapportarci con lei in modo diverso? Possiamo, di fatto, amarla. Cogliamo l’occasione per ricordarci non solo che siamo fragili, ma anche per amare i nostri aspetti vulnerabili.
E se fosse che in questo momento possiamo utilizzare il Coronavirus come icona delle nostre ombre, di ciò che rifiutiamo e ci fa paura?
L’ombra non può essere sconfitta, né tantomeno negata. Essa è il serbatoio sia della malattia sia del potenziale della guarigione.
L’ombra non va sconfitta, ma accolta. L’ombra prospera quando le persone non ne sono consapevoli. Esserne consapevoli, permette invece di raccoglierne i doni.
Esiste un “sistema dei sistemi”, che è oltre, che è alla base di tutto… e deve essere proprio l’amore.
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