Erica F. Poli presenta il videocorso “Utopia digitale”, disponibile online a questo link.
Utopia: parola visionaria, figlia di una storia che si dipana tra ideali e orrori. Utopia: parola che riverbera nella psiche del profondo, abita le visioni del trascendente, forse le reminiscenze di un Eden perduto. Utopia che gioca con la distopia, dell’incubo già vissuto delle violenze perpetrate con la promessa di un mondo migliore, dell’incubo fantascientifico e futuribile immaginato in libri e film dagli scenari inquietanti. E oggi il binomio tra le parole utopia e digitale sembra poter creare il connubio di un sogno artificiale, sempre più pericolosamente sospeso sull’abisso dell’etica. Eppure una società senza utopie sarebbe morta, perché l’utopia è anche e soprattutto un bisogno della psiche del profondo, oscuro quanto ammaliante. Tre serate per esplorare storie e percorsi delle utopie, penetrare nei simboli e nelle rappresentazioni inconsce dell’utopia, e infine poter navigare in queste acque profonde senza cadere nei gorghi insidiosi che nascondono, tra archetipi, etica e interiorità, cercando una via d’uscita alla tenaglia che imprigiona l’oggi nel conflitto tra utopia del progresso e utopia del ritorno alle origini.
Breve storia dell’utopia a uso di aspiranti visionari
Dalle utopie leggendarie dell’antichità a Tommaso Moro, fino ad Aldous Huxley, alla postmodernità e agli scenari distopici di Hobbes e Matrix. Un excursus critico per non smettere di pensare, per esercitare la coscienza e il diritto-dovere dell’essere umani nel mondo. Una occasione per vedere gli scenari dell’oggi in una ottica simbolica che risveglia il cervello, i sensi, la mente e il cuore a una prospettiva più ampia, offre strumenti di lettura dei meccanismi manipolatori della comunicazione di tutti i tempi, favorisce la riflessione e accende il coraggio di disegnare in prima persona il futuro.
Utopia come bisogno primordiale dell’umano
Dal mondo esterno al mondo interno. L’utopia ritorna in ogni epoca perché è un codice della psiche del profondo. Cosa rappresenta dentro di noi? Come esplorarla? Come farne uno strumento di trasformazione e come tradurla in un contributo che può portare anche risorse alla collettività? L’utopia è uno strumento potente, connesso al mito, alle vie dell’ipnosi, a un cordone ombelicale con un “prima”, un infinito aureo, una promessa di felicità che esercita un fascino innegabile su ognuno di noi e, se avvicinata con la coscienza, può divenire una risorsa potente per il cambiamento e per la creazione della realtà.
Utopia digitale oggi: mantenere la centratura interiore
Utopia digitale oggi: luci e ombre tra sogni della ricerca scientifica e filosofie sinistre. Parole come transumanesimo e metaverso popolano titoli di riviste scientifiche tanto quanto articoli apocalittici un po’ ovunque nel web. Cosa significano per l’inconscio, come toccano le nostre emozioni? Una serata per riconnettersi a un “centro di gravità permanente” che può essere solo interiore, può vivere solo nel bordo sottile che esiste tra informazione esterna e sentire interno, perché quel che è fuori è dentro, e soltanto dentro la visione si fa nitida.
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